Sono onorato di aprire i lavori di questo convegno dedicato alle “Moderne tecnologie per la sicurezza sismica degli edifici esistenti e la riqualificazione energetica”. E per più motivi: perché lo reputo un omaggio alla mia persona quale inventore della Madis Room – la Stanza Antisismica per la quale dalla mia città oggi ho raccolto graditissimi attestati di stima dei quali ringrazio tutti – e, soprattutto, perché insieme a molti colleghi porto avanti un discorso comune orientato a rivedere le regole urbanistiche a livello nazionale: in un Paese in cui costruire è diventato non più prioritario, viste le difficoltà che conosciamo tutti, corre l’urgenza di una strategia coordinata sul segmento “riqualificazione”, affinché con questo termine si ricomprendano globalmente ristrutturazione, adeguamento, efficientamento, migliorie eccetera, e affinché queste ultime siano rivisitate e riviste come fasi di un unico progetto anziché interventi a compartimenti stagni.
Di seguito, metto a disposizione un estratto del mio contributo, sul quale auspico un confronto serrato tra le diverse categorie coinvolte,  le Associazioni che le rappresentano, e gli stakeholders dai quali ci aspettiamo una disciplina nuova che ci indirizzi tutti ad un obiettivo comune: la democrazia urbana.

L'Aquila dopo il 6 aprile

L’Aquila dopo il sisma del 6 aprile: ricostruzione e ristrutturazione, due facce della stessa medaglia

“Personalmente credo molto nel valore del recupero degli edifici e dei luoghi, nella forza del ri-costruire e del ri-abitare, del demolire il vecchio e il brutto per dare vita a nuovi edifici senza invadere altro territorio. Possiamo, e dobbiamo, avere edifici più adatti alle esigenze delle persone che li abitano, più attenti ai consumi ambientali, al risparmio energetico e alla prevenzione per la sicurezza sismica.
In quest’ottica, i mercati immobiliari avrebbero una crescita qualitativa anziché quantitativa e, con essa, ci sarebbero grandi opportunità di lavoro sia per i costruttori che per i progettisti, nonché un guadagno sociale per i cittadini.
Ma per fare questo abbiamo bisogno che chi ci amministra, la parte pubblica, si faccia partecipe nel decidere le sorti delle nostre città: abbiamo bisogno di pensare ad una nuova legge urbanistica a livello nazionale, che possa facilmente calarsi nelle realtà locali, per sostenere la riqualificazione urbana e anche la possibilità di cambiare destinazione d’uso per gli edifici nei quali si possono introdurre nuove capacità funzionali.
Una legge che deve diventare per gli architetti, le imprese ed i cittadini non solo un sogno di democrazia urbana, ma anche una nuova sfida da affrontare tutti insieme. Se davvero vogliamo far partire la ripresa dobbiamo utilizzare al meglio il nostro patrimonio e avviare una manutenzione straordinaria del nostro Paese, offrendo forme di incentivazione fiscale e in cubatura. (Antonio D’Intino, fine I parte dell’intervento al convegno “Moderne tecnologie per la sicurezza sismica degli edifici esistenti e la riqualificazione energetica”, Ordine degli Architetti PPC della provincia di Pescara – 15 maggio, Auditorium Petruzzi, Pescara)

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