Terremoto centro Italia, gli Ordini concordi su sicurezza e prevenzione

Il primo impegno di uno Stato civile è la tutela dei propri cittadini e, investendo in prevenzione, si potrebbero evitare le numerose vittime delle catastrofi.

È il pensiero che accomuna gli Ordini professionali dell’Aquila all’indomani del tragico terremoto che ha messo in ginocchio il centro Italia espresso dopo l’appello del presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di L’Aquila Elio Masciovecchio agli interventi che riducano il rischio sismico.

Giampiero Sansone

Giampiero Sansone

Il presidente degli Ordine dei Geometri della Provincia dell’Aquila Giampiero Sansone ha spiegato “Dobbiamo tutti farci un ‘mea culpa’ anche quando le leggi permettono di realizzare assurdità che poi provocano catastrofi (leggasi condoni). Se lo stato invece di incamerare miliardi con i condoni li avesse facilitato la ristrutturazione (che poi comunque i miliardi li avrebbe incassati con tasse e lavoro) oggi, forse, la situazione sarebbe diversa. E non solo per il terremoto ma anche rischio idrogeologico, frane, ecc.”

Condivide il pensiero anche Walter Emilio Pace, vice presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia dell’Aquila “spero che non ci siamo più tragedie di questa portata per parlare di sicurezza e prevenzione”.

Maurizio Papale del Collegio dei Periti Industriali dell’Aquila ha aggiunto “non posso fare a meno di inserire un altro argomento che è rimbalzato sull’opinione pubblica lanciato come fosse panacea…. il fascicolo del fabbricato. Da anni ne andiamo parlando e quante volte abbiamo speso parole in convegni, seminari ecc… ecc…
Ma non solo il fascicolo del fabbricato, ma anche quello dell’opera, il primo per mantenere sicuro ed efficiente nel tempo il fabbricato, il secondo per effettuate in maniera sicura le operazioni di manutenzione nel fabbricato stesso.
Sarebbe ora di fare chiarezza. Il fascicolo deve esser frutto di indagine accurata, sia strutturale, sia impiantistica, sia energetica, da parte di professionisti abilitati, che non si limitano a mettere firme sulla base di carenti documentazioni e dubbie realizzazioni, ma ricorrendo, anche a prove, che possano  lasciar definire necessità di intervento di adeguamento o migliorativo o meno. Certamente non è da ricondurre a fatto burocratico, ma altamente tecnico, tanto che è mia convinzione che questo strumento dovrebbe essere frutto di indagine polidisciplinare, perché nulla sia lasciato al caso o alla disattenzione, poiché si deve parlare della salvezza di vite umane e di salvaguardia di beni di rilevante importanza storico- artistica.
Sono azioni che costituiscono costo, anche rilevante, in particolare sui vecchi edifici, dovendo ricondurli ad adeguamento sismico ed altro.
Si tratta di vedere chi paga, con quali risorse ed in che tempi. Lo Stato certamente potrebbe risparmiare in ricostruzioni”.

Notiziario della Ricostruzione – 29 agosto 2016

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