Le scosse di terremoto di oggi 9 luglio sul Gran Sasso alle ore 12:06, su La Sila alle 12:39, sul Pollino alle 10:40, in Sicilia alle 6:22 sono ormai una sirena d’allarme che suona quotidianamente lungo la dorsale appenninica: un italiano su tre vive in zone a rischio sismico. Nella paura.
In attesa di un piano casa che disciplini le ristrutturazioni e di una legislazione che normi l’adeguamento sismico di tutto il patrimonio edilizio italiano la gente trema insieme alle proprie case. Sappiamo bene che la difficoltà di intervenire su tutto il costruito presenta ostacoli che appaiono praticamente insormontabili, sia per l’enorme investimento richiesto sia per gli impedimenti di ordine tecnico: vincoli architettonici sui beni storico artistici, frammentazione della proprietà privata, servitù, disciplina dei condomini… Ma è’ un fatto che il patrimonio edilizio è vecchio e mal conservato, e che la sua vulnerabilità ne risulta senza dubbio amplificata. Qualche dato: oltre il 60% degli edifici, cioè circa 7 milioni, risale a prima del 1971, per cui non risponde alla normativa antisismica entrata in vigore nel 1974, ed 1 su 10 risale a prima del 1911. Oltre 2,5 milioni di costruzioni risultano in pessimo o mediocre stato di conservazione, e a livello regionale la Sicilia presenta la situazione più critica, non solo perché segnalata insieme alla Calabria come quella maggiormente esposta ad un prossimo possibile evento sismico, ma perché ha oltre 800 mila edifici che risalgono a più di 40 anni fa.
Insomma, le aree a elevato rischio sismico sono circa il 44% della superficie nazionale, interessano il 36% dei comuni (2.893), accolgono 21,8 milioni di persone, cioè il 36% della popolazione, per un totale di 8,6 milioni di famiglie.

Un giornalista intervista Antonio D'Intino, inventore della Stanza Antisismica, durante il crash test dell'Aquila: a destra i primi crolli dell'edificio

Un giornalista intervista Antonio D’Intino, inventore della Stanza Antisismica, durante il crash test dell’Aquila: sullo sfondo, a destra, le macerie dei primi crolli dell’edificio

A fronte di questi dati, provvedere a ristrutturare la propria casa inserendo una Stanza Antisismica è l’unico salvavita di cui disponiamo. Il costo è pari a quello di una semplice ristrutturazione, laddove si calcoli l’ammontare della detrazione fiscale pari al 50%. Case antisismiche, case di legno eccetera prevedono costi e tempi di realizzazione quasi sempre improponibili, non ultime la disponibilità del suolo da edificare e le procedure burocratiche infinite e a pagamento.
Ma non è tutto: dal prossimo piano nazionale ci aspettiamo contributi e agevolazioni per chi ristruttura inserendo la Stanza Antisimica: la salvezza delle persone è uno degli obblighi della protezione civile, come da Statuto.
Madis Room, la Stanza antisismica, è un brevetto internazionale dotato di tutte le certificazioni riconosciute, garantito e accreditato dalle più attendibili istituzioni del settore, testato in diretta con 2 carsh test che hanno lasciato basiti gli spettatori (memorabile quello eseguito a L’Aquila dove il crollo programmato dell’edificio  sito in piazza Santa Maria di Farfa è andato in onda su tutti i tg), testato su sisma di massima potenza.
Insomma, una sorta di “uovo di colombo” nato dall’esperienza drammatica dell’Abruzzo e dall’ingegno di un abruzzese. 4 anni di lavoro per la sua realizzazione ci hanno consentito di creare una soluzione tecnicamente perfetta che esporteremo in tutto il mondo. Almeno finché non si avranno previsioni certe dei terremoti.
Per ogni informazione, curiosità, esame della struttura, potete rivolgervi ai nostri tecnici e richiedere liberamente un prevenivo. Senza alcun impegno.
Sarà per noi motivo di orgoglio e soddisfazione illustrarvi la “nostra creatura”.
Scriveteci a madis_pe@iol.it, anche solo per un consulto.

Dafne, segreteria Madis Room

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